«Il mio più grande desiderio una borsa di Prada»: i social tra finzione e realtà

Ho fatto un corso di aggiornamento assai singolare, un viaggio nei social, tra finzione e realtà. In particolare, un viaggio nel mondo di mia nipote Ginevra,15enne dal sorriso generoso, la passione per la musica Trap, il talento per il sassofono, il trip per le serie noir e, come tanti alla sua età, il desiderio di assomigliare al vip di turno dalle mille stories al giorno, il jet privato e il guardaroba firmato sterminato!

Non ho molte occasioni per stare con Ginevra, perché vive a Lentini, la città in cui sono nata, mentre io vivo a Milano da molti anni. Ma quella occasione è stata davvero preziosa e oggi mi permetto di prendere a prestito le parole di Riccardo Scandellari per spiegare il perché.

Ritratti edulcorati e comunicazione artefatta

Il libro della settimana 21 1024x1024 - «Il mio più grande desiderio una borsa di Prada»: i social tra finzione e realtà

«Sono molti a non realizzare che sui social la maggioranza delle persone evita di pubblicare cose negative o tace gli insuccessi… L’impegno di ognuno è quello di fornire un ritratto edulcorato di sé, per aumentare la “desiderabilità sociale”… Evidenziano il lato migliore e confezionano post in cui preferiscono mostrare più che dimostrare… Molti alimentano il proprio ego a discapito di chi, facendo il confronto, immagina una vita infelice, non consapevole che molto di quello che vede è artefatto».

E non forse è quello che accade a molti teenager che sentono di non essere o avere mai abbastanza? Ammiro la professionalità e l’onestà intellettuale di Riccardo Scandellari. E il tono di voce di “Fai di te stesso un brand” esprime valori che condivido.

La parola “successo” viene prima di “sudore” solo nel vocabolario

«La vera sfida è sempre e solo con noi stessi, con i nostri limiti e le nostre capacità», continua Riccardo. «Abbiamo uno scopo nella vita, diventare persone migliori, tentando di migliorare anche chi ci circonda… Un suggerimento che ho fatto mio è quello di controllare la voglia di mostrare quanto siamo o abbiamo, perché spesso chi ci legge non ha gli strumenti per comprendere che è stato il frutto di grossi sacrifici e fatiche… Cerchiamo di aiutare nel quotidiano, chi ci segue con riflessioni e contenuti che siano utili a comprendere che la parola successo viene prima della parola sudore solo nel vocabolario».

La scelta delle parole autentiche, etiche e costruttive

Grazie, Riccardo, per i numeri spunti di riflessione che hai saputo offrirmi.

Grazie, Ginevra, perché mi hai permesso di portarti nel backstage dei social, e di parlarti di finzione e di realtà, di comunicazione artefatta e di parole autentiche, etiche e costruttive, quelle che piacciono a me nella vita e nel lavoro.

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